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Villa del colle del Cardinale

Situata su di una collina soprastante la pianura del torrente Caina, la villa del Cardinale è la più nota tra i complessi residenziali umbri, costruita nella metà del Cinquecento dal porporato Fulvio della Corgna, nipote di papa Giulio III del Monte.

Il patrimonio terriero della famiglia della Corgna, le cui origini risalivano al XIII secolo, si estendeva dal Trasimeno alla pianura del Tevere, in prossimità della città di Perugia e in tale posizione strategica la villa dovette assolvere, sin dall’inizio, la duplice funzione di prestigiosa residenza di campagna e di centro di una vasta azienda agricola.

Ai fratelli Ascanio e Fulvio, si deve una generosa quanto prolifera  costruzione di numerosi edifici sia pubblici che privati, per i quali spesso si avvalsero dei progetti dell’architetto perugino Galeazzo Alessi. Così concepite, le fabbriche corgnesche  iniziarono nel 1553 durante il pontificato di Giulio III con il palazzo di Città della Pieve e ripresero nel 1563 con il maestoso palazzo di Castiglion del Lago, per proseguire, negli anni Settanta, con gli interventi al palazzo dei Priori a Perugia e al Castello di Pieve del Vescovo.

La villa del Colle, edificata nel 1575 dal cardinale come residenza estiva, attraversò varie vicissitudini, legate al declino della famiglia. Nel 1644 Fulvio II, ultimo marchese e duca di Castiglione, vendette il maestoso edificio al conte Cornelio II Oddi, esponente di una importante ed antica famiglia perugina. Nel 1782 con il matrimonio tra Caterina Oddi  ed Alessandro Baglioni la villa divenne proprietà degli Oddi-Baglioni che, nel secondo Ottocento, ne fecero un apprezzato luogo d’incontro culturale. Venduta nel 1926 all’avvocato Luigi Parodi, passò nel 1997 al Ministero per i Beni Culturali.

L’articolato intervento di restauro del complesso monumentale e naturalistico, condotto della Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio dell’Umbria e recepito attualmente dal Polo Museale dell’Umbria permetterà a breve il completo recupero del bene come prestigiosa residenza d’epoca, ma anche luogo museale per eventi ed esposizioni temporanee estesi al giardino e al parco.

La Villa

Il progetto dell’intero complesso, la cui paternità viene da alcuni attribuita all’architetto perugino Galeazzo Alessi, da altri al Vignola, interessa l’intera estensione del colle.

La struttura del palazzo, di grandi dimensioni, si presenta compatta nella sua pianta rettangolare, sviluppandosi su cinque livelli: seminterrato, piano rialzato, primo piano nobile, secondo piano e sottotetto.
Esternamente, sulle direttrici delle diagonali, sorgono quattro costruzioni angolari: il cosiddetto bagno del cardinale con la biblioteca; l’uccelliera del giardino d’inverno con la selleria; lo studio; il soggiorno per ospiti.
Sulla facciata del corpo centrale, con i prospetti inquadrati da cornici e fasce marcapiano, con gli angoli definiti dal bugnato liscio, si apre il portale sovrastato dall’elegante balcone. Nel prospetto posteriore ad ovest, la presenza di un torrino, aggiunto alla fine del sec. XIX per i servizi, altera la linearità originaria.

All’interno, i vani sono caratterizzati da ariose coperture a botte e a padiglione. Un grande corridoio disimpegna, ai piani, due gruppi simmetrici di ambienti, conducendo al vestibolo rettangolare di accesso allo scalone, al torrino, alla scala di servizio. Al piano nobile è situato il magnifico salone d’onore, con il soffitto ligneo ‘a cassettoni’, ornato di dipinti e dorature. Ai lati, si aprono altre camere e salotti che recano i segni di aggiunte decorative posteriori (secc. XVIII-XIX).

Superiormente, si accede ai vani del mezzanino, adibiti un tempo a camere per gli ospiti e servizi.  Gli amplissimi spazi del seminterrato ospitavano la cucina, la lavanderia, i magazzini, oltre ai lunghi corridoi sotterranei di comunicazione con gli edifici angolari circostanti.

La Villa è arricchita da uno elegante corredo decorativo con motivi ‘alla grottesca’ e dal ciclo di affreschi raffiguranti le Arti e Le virtù, eseguiti nel 1581dal pittore fiorentino Salvio Savini ad ornamento del salone d’onore. Altre decorazioni pittoriche furono realizzate successivamente da Alessio de Marchis (1684-1752), Carlo Labruzzi (1748-1817), Marcello Leopardi (1753-1795).

Il Parco

L’antico impianto cinquecentesco delle aree verdi circonstanti l’edificio prevedeva, sul lato nord, un giardino all’italiana, coevo ai magnifici esempi romani e come ancora oggi si riscontra in una mappa catastale del 1729, associato a una vasta zona di orti, frutteti, uliveti atti al fabbisogno.

Nel Seicento e Settecento l’impianto severo della villa subì notevoli trasformazioni ad opera degli Oddi, che interessarono soprattutto il contesto ambientale circostante l’edificio, attenuandone l’austerità cinquecentesca. Furono costruiti i torricini a forma di L a sottolineare gli spigoli anteriori del terrazzamento e quelli cilindrici posti nel retro. Lo  spazio circostante la villa fu trasformato ed arricchito, nel corso dell’Ottocento, di scalinate, fontane, statue, vasi, pinnacoli e balaustre.

Tuttavia l’intervento di maggior respiro, effettuato sotto la proprietà Oddi-Baglioni, non riguarda gli importanti lavori sui giardini improntati al gusto francese, ma piuttosto la creazione del ampio parco “all’inglese” secondo il gusto affermatosi nel corso del secolo XVIII ad opera di William Kent e Alexander Pope.  La fama della fastosa residenza risuonò oltre i confini locali, tanto da indurre l’imperatore d’Austria Francesco I, di passaggio a Perugia nel 1819, a visitare la Villa del Colle.

Il complesso naturalistico, estenso in 13 ettari, di straordinario fascino paesaggistico e di indiscusso pregio monumentale, riveste ancor oggi un grande interesse scientifico, per la varietà e la ricchezza delle specie botaniche, tanto da essere  oggetto di analisi e di studio da parte della Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia.

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